Come scegliere il plantare per la tallonite

Le talloniti, le fasciti plantari e le infiammazioni dell’arco plantare in generale colpiscono una grande fetta della popolazione italiana. Queste problematiche, pur non essendo particolarmente gravi, devono essere trattate adeguatamente e mai prese alla leggera.

Le infiammazioni dell’arco plantare possono provocare dolori anche molto intensi, che vanno a minare ogni aspetto della vita della persona, riducendone la serenità e l’autonomia. Anche per questo diviene fondamentale sapere come scegliere il plantare per la tallonite più adatto alle proprie esigenze. 

Tallonite: sintomi e fasi dell’infiammazione

Il principale sintomo della tallonite è un intenso dolore al tallone. Il dolore può essere localizzato sotto oppure dietro al tallone, a seconda del tipo di infiammazione. Il dolore può essere acuto o graduale, in fase iniziale oppure cronico.

Per poter scegliere le solette per la tallonite più indicate, è bene comprendere innanzitutto quale fase del disturbo sta vivendo il paziente. La tallonite, infatti, può essere:

  • in fase acuta, ovvero il frangente durante il quale il dolore raggiunge il suo apice;
  • trattata seguendo un programma di fisioterapia alternato al riposo. Anche in questa fase è importante utilizzare il giusto plantare per tallonite;
  • in fase riabilitativa. A seguito di un ciclo di fisioterapia, il piede ha bisogno di un supporto specifico per recuperare completamente le sue funzionalità. 

Tallonite: rimedi contro il dolore al tallone

È bene sapere che tutte le infiammazioni dell’arco plantare devono essere trattate in modo adeguato, essendo il piede una zona fondamentale del corpo. In caso di dolore al tallone, è innanzitutto importante stare il più possibile a riposo. Occorrerà evitare lunghe camminate o sforzi eccessivi, che potrebbero sottoporre a stress i tendini. 

Gli impacchi di ghiaccio possono alleviare il dolore al tallone. Nonostante il riposo sia indispensabile per l’adeguato trattamento della tallonite, esso non rappresenta una vera e propria cura. Bisognerà scegliere calzature specifiche, in grado di supportare i tendini nel processo di recupero dell’elasticità. Le solette per tallonite permettono, inoltre, di ridurre l’infiammazione. 

Le tipologie di solette per tallonite

Come scegliere le solette per tallonite? Esistono diverse ortesi plantari, da utilizzare in caso di tallonite, fascite plantare oppure spina calcaneare. Le solette e i plantari riducono il carico sul tallone, alleviando il dolore e contribuendo a ridurre l’infiammazione. 

Le ortesi plantari, pur essendo un rimedio efficace, non possono eliminare la causa del problema e quindi vanno considerate solo come un rimedio sintomatico.

Per alleviare i dolori della tallonite, è possibile indossare:

  • plantari in silicone. Il plantare per tallonite in silicone permette di ammortizzare il carico sul tallone, riducendo le sollecitazioni e lo stress. Questo rimedio, molto semplice da utilizzare e conveniente nel prezzo, è indicato sia per prevenire il dolore che in fase acuta o durante il recupero della funzionalità;
  • plantari in gel. Anche il plantare in gel nasce con lo scopo di ammortizzare i colpi e lo stress avvertiti dal tallone. La sua composizione in gel lo rende perfettamente adattabile a qualsiasi tipo di calzatura. Queste solette possono essere proposte anche in forma di cuscinetto, leggere e versatili;
  • plantari ortopedici. Questo rimedio contribuisce al recupero della funzionalità del piede, supportandolo e correggendo la postura durante l’appoggio. Mentre la parte posteriore è più morbida ed elastica, realizzata per ammortizzare al meglio i colpi, la parte anteriore è più rigida poiché mantiene meglio la curvatura del piede.

Come curare la tallonite: la fisioterapia

Oltre a indossare specifiche solette per tallonite, in caso di dolore intenso è consigliabile svolgere un ciclo di sedute di fisioterapia. Grazie alla fisioterapia è possibile aiutare i tendini e la muscolatura a riprendere perfettamente tono, riattivando la circolazione mediante il processo di manipolazione. 

Abbinando il riposo alla fisioterapia, e utilizzando sempre il plantare per tallonite, è possibile risolvere definitivamente il problema ed eliminare del tutto il dolore al tallone. Si consiglia di chiedere informazioni al proprio medico per sapere come curare la tallonite in modo sicuro ed efficace.

Cause e rimedi per il Neuroma di Morton

Il Neuroma di Morton al piede rappresenta un disturbo abbastanza diffuso, che colpisce statisticamente più le donne rispetto agli uomini. Il paziente che sente per la prima volta parlare di Neuroma di Morton, spesso, non conosce approfonditamente questo disturbo e tende a preoccuparsi.

Non si tratta di una problematica grave o rara: colpisce, infatti, numerose persone e può essere curata mediante una semplice terapia conservativa. In questo articolo risponderemo alle domande più frequenti riguardo questo disturbo: cos’è il Neuroma di Morton, quali sono i sintomi, le cause scatenanti e i rimedi naturali da preferire per una corretta guarigione.

Cos’è il Neuroma di Morton

Il Neuroma di Morton interessa il 3 e il 4 dito del piede, comportando una sofferenza lieve o acuta del nervo digitale comune. Tale disturbo viene spesso provocato da piccoli traumi di natura cronica, situati nel punto di passaggio tra la 3 e la 4 testa metatarsale. 

Trattasi di una metatarsalgia, ovvero di un intenso dolore di natura infiammatoria localizzato nella parte inferiore del piede, lungo le ossa metatarsali.

Le principali cause 

Questa patologia a carattere infiammatorio deriva da microtraumi complessivi cronici. Con il trascorrere del tempo, i microtraumi generano tessuto fibroso all’interno del nervo. Quest’ultimo, quindi, aumenta di dimensioni e si ispessisce, venendo compresso tra le teste dei metatarsi. 

Spesso si tende a supporre che questa malattia venga provocata da calzature errate: una credenza sbagliata, in quanto le scarpe possono solo aggravare i sintomi, ma non esserne la causa principale. Le scarpe alte o troppo strette non devono essere utilizzate da chi soffre di Neuroma di Morton, ma non sono esse la causa primaria di questo problema. 

I microtraumi che causano l’ispessimento del nervo si associano a problemi specifici di appoggio dell’avampiede, connessi a condizioni come piede piatto, alluce valgo o piede cavo.

Neuroma di Morton: sintomi

Come fare a capire se si soffre di Neuroma di Morton? Innanzitutto, questa metatarsalgia si caratterizza per la tipologia di dolore, trafittivo e molto simile a una scossa elettrica. Il dolore si manifesta quando il piede viene appoggiato in terra e può diminuire quando il paziente si toglie le scarpe.

Il dolore non è costante, ma può scomparire anche per giorni e ricomparire nonostante il piede sia a riposo, o durante la notte, quando il paziente sta dormendo. Spesso uno dei sintomi di tale patologia è un forte formicolio al piede.

I rimedi per il Neuroma di Morton

Prima di ricorrere alla chirurgia, è possibile trattare questa metatarsalgia mediante una terapia conservativa. In particolare, per la cura naturale del Neuroma di Morton si consiglia l’utilizzo di specifiche calzature con ortesi

Il plantare per Neuroma di Morton può supportare egregiamente il piede, permettendo un appoggio adeguato e alleviando il problema della compressione sul nervo infiammato. I plantari e le solette per Neuroma di Morton rappresentano un importante alleato per chi soffre di questa patologia. Tuttavia, spesso non permettono di risolvere definitivamente il problema poiché il dolore tende a ripresentarsi. 

Oltre a indossare plantari e solette per il Neuroma di Morton, è bene procedere con un trattamento a base di infiltrazioni cortisoniche e soluzioni anestetiche, iniettate direttamente nella zona del piede interessata.

Come sfiammare il Neuroma di Morton

Per ridurre il dolore e l’infiammazione, si consiglia di mantenere il piede a riposo e di applicare frequentemente impacchi di ghiaccio. Statisticamente, circa il 50% dei pazienti colpiti da tale patologia riesce a sfiammare il dolore utilizzando calzature adeguate. 

Quando occorre intervenire chirurgicamente?

Quando le dimensioni del Neuroma superano i 5 mm, bisogna procedere con la terapia chirurgica. In questi casi, si preferirà la tecnica mininvasiva, andando a incidere la cute situata sul dorso del piede per circa 2 cm. Il chirurgo può raggiungere la zona intermetatarsale e così asportare il Neuroma. 

Il paziente può recuperare completamente l’utilizzo del piede, senza alcun problema legato alla funzionalità delle dita e quindi alla deambulazione. Una possibile conseguenza dell’intervento chirurgico è una lieve insensibilità sulla faccia interna delle dita.

Il percorso di riabilitazione in genere è veloce e prevede l’utilizzo di plantari e calzature specifiche, che vanno indossate per alcune settimane. Non si rendono necessarie le sedute di fisioterapia o l’uso delle stampelle.

I rimedi per la spina calcaneare

La spina calcaneare plantare è un problema che colpisce circa il 20% della popolazione italiana: un disturbo abbastanza diffuso, soprattutto tra gli anziani e le persone in sovrappeso. 

Tale condizione, chiamata anche osteofita o sperone calcaneare, comporta un mutamento dell’osso calcaneare, che prende la forma di una spina. La formazione di questa protuberanza ossea si verifica soprattutto nella parte inferiore del tallone e si manifesta con dolori intensi e improvvisi.

La spina calcaneare plantare può essere diagnosticata mediante una semplice radiografia del piede. A seconda dell’intensità del disturbo, è possibile seguire un trattamento conservativo. Quali sono i rimedi per la spina calcaneare? In questo approfondimento analizzeremo la sintomatologia, le cause e le possibili soluzioni a questo problema.

Cause principali e problematiche correlate

La spina calcaneare plantare si forma, generalmente, in modo molto lento. La causa principale dell’insorgenza del disturbo è una risposta dello scheletro, che si adatta all’aumento delle forze scaricate al suolo mediante il tallone. 

Il disturbo può essere associato ad altre problematiche preesistenti, a seconda della tipologia: 

  • spina calcaneare anteriore, localizzata per lo più sotto il tallone e spesso correlata a una fascite plantare non adeguatamente trattata;
  • spina calcaneare posteriore, localizzata lungo la superficie posteriore del tallone. Essa può essere correlata all’infiammazione del tendine di Achille. 

Spina calcaneare: i sintomi dell’infiammazione

I sintomi della spina calcaneare plantare variano d’intensità a seconda della gravità dell’infiammazione. In genere, il disturbo comporta:

  • un gonfiore al tallone, dovuto all’infiammazione presente;
  • un dolore al calcagno e al tallone, che può essere molto acuto sino a diventare insopportabile. Il dolore si manifesta soprattutto nelle prime ore del mattino e può peggiorare nel caso si stazioni per lungo tempo in posizione eretta, o nell’eventualità di camminate su strade accidentate, corse o attività sportive;
  • una limitazione del movimento

Come curare la spina calcaneare plantare

Esistono diversi approcci e rimedi alla spina calcaneare plantare. Nell’80% dei casi, il problema viene risolto a seguito di un trattamento conservativo. In situazioni particolarmente complesse, potrebbe rendersi necessario un intervento chirurgico. 

Prima della chirurgia, però, per la cura della spina calcaneare è possibile ottenere ottimi risultati con:

  • il riposo, soprattutto durante la fase infiammatoria. Evitare di sovraccaricare il piede svolgendo attività fisica o lunghe camminate può garantire un importante giovamento. Il periodo di riposo deve essere seguito da un periodo di ripresa lungo e graduale, in modo da scongiurare eventuali ricadute;
  • calzature. Esistono prodotti speciali come plantari ortopedici e la talloniera per la spina calcaneare. Queste calzature aiutano il piede a scaricare le sollecitazioni meccaniche, permettendo al tallone di guarire più in fretta e meglio;
  • farmaci antinfiammatori e antidolorifici, che devono essere sempre associati al riposo;
  • sedute di fisioterapia, massoterapia e rieducazione motoria posturale;
  • crioterapia. Oltre ai trattamenti specifici, è possibile prendersi cura della spina calcaneare anche a casa, utilizzando una semplice borsa dell’acqua fredda. Applicando la borsa o del classico ghiaccio sulla zona, è possibile contrastare l’infiammazione e ridurre il dolore;
  • terapie fisiche specifiche, in base alle indicazioni del proprio fisiatra, tra cui la terapia a ultrasuoni, la laserterapia, la terapia con onde d’urto, la tecarterapia e la ionoforesi. 

Spina calcaneare: si può camminare? 

In presenza di dolore o fastidi provocati dalla spina calcaneare plantare, è bene stare a riposo il più possibile. In generale, si può camminare per evitare di limitare totalmente le proprie attività quotidiane. È importante, però, seguire alcuni consigli:

  • non camminare a piedi nudi;
  • evitare calzature basse;
  • applicare degli impacchi di ghiaccio;
  • evitare di esporre eccessivamente la zona all’acqua calda;
  • effettuare degli esercizi di allungamento della fascia del piede interessata.