Rimedi per le vene varicose, AvanTerra Vene

Chi soffre di vene varicose conosce bene la sensazione di imbarazzo e inadeguatezza avvertita ogniqualvolta qualcuno scorge l’antiestetica vena in evidenza. In genere, la varice (ovvero la vena varicosa) si presenta soprattutto lungo gli arti inferiori, ma può anche apparire in altri distretti del corpo, provocando sempre imbarazzo e frustrazione.

Le vene varicose sono vene dilatate, affette da una particolare condizione patologica. Rappresentano un problema di natura estetica per moltissime donne, ma non solo. Sono legate, infatti, alla formazione di altri stati infiammatori e sintomatologie che interessano le caviglie, i muscoli e le gambe.

Vene varicose rimedi: esistono soluzioni naturali e salutari per contrastare queste antiestetiche vene in evidenza? Scopriamo quali sono i consigli su come curare le vene varicose e, in particolare, quali sono i vantaggi del plantare per vene varicose proposto da AvanTerra.

Come eliminare le vene varicose naturalmente

Vene varicose rimedi: quali comportamenti possono contribuire a evitare la formazione di queste manifestazioni? Vediamo i consigli riguardo l’alimentazione e gli impacchi:

  • prediligere una dieta ipocalorica, soprattutto in condizione di obesità o sovrappeso;
  • assumere molti liquidi;
  • mangiare molta frutta e verdura, ricca di antiossidanti (vitamina E e C);
  • prediligere alimenti ricchi di vitamina C (spesso sono di colore viola o blu scuro);
  • evitare alimenti difficilmente digeribili (fritture, cibi pieni di grassi e intingoli)
  • moderare il consumo di alcool;
  • moderare il consumo di caffeina e di alimenti a base di caffè, cioccolato, mate e guaranà;
  • applicare creme e impacchi realizzati con ingredienti ricchi di principi attivi naturali (rusco, pungitopo, vite rossa, ippocastano, centella asiatica).

Vene varicose rimedi: i plantari terapeutici

Tra le cure naturali per vene varicose rientrano i plantari. Un plantare per vene varicose, infatti, permette di prevenire capillari e vene varicose, migliorando la circolazione venosa. Ma come funzionano questi speciali plantari? AvanTerra ha realizzato, dopo anni di test e di analisi, un plantare utile a prevenire e trattare questo problema.

È infatti preferibile prevenire la formazione delle vene varicose, che colpiscono soprattutto le donne affette da cattiva circolazione, o che rimangono per molte ore sedute o in piedi. La gravidanza e altri periodi caratterizzati da particolari alterazioni ormonali possono comportare un ristagno di sangue e la successiva congestione delle vene delle gambe.

I plantari per vene varicose agiscono sul reflusso sanguigno, stimolandolo mediante un particolare effetto pompa che spinge il sangue dai piedi al cuore. Questo sistema terapeutico brevettato da AvanTerra permette di favorire il drenaggio venoso periferico.

I vantaggi dei plantari AvanTerra

Quali sono i benefici di questi prodotti dedicati alla cura delle vene varicose? Scopriamoli subito:

  • stimolano la circolazione;
  • migliorano l’estetica delle gambe;
  • migliorano il drenaggio venoso periferico;
  • riducono il senso di affaticamento;
  • donano sollievo alle gambe;
  • riducono la comparsa delle vene varicose;
  • sono comodi e confortevoli.

Cosa è e come correggere la pronazione del piede

Le fasi del passo sono 3 e si suddividono in fase di contatto che è il momento in cui il tallone tocca terra, in fase di appoggio dove il piede pronando assorbe la risposta verticale data dal terreno sottostante accumulando energia cinetica e prepararlo così all’ultima fase di propulsione permettendo la deambulazione.

I movimenti del piede di dividono in pronazione (rilassamento) e supinazione (irrigidimento); l’articolazione che permette questi movimenti si chiama articolazione sotto-astragalica, composta dall’astragalo e dal calcagno.

Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul movimento di pronazione del piede: sintomi della pronazione dolorosa, cause e come è possibile correggere la pronazione del piede.

Che cosa è la pronazione del piede

La pronazione è un normale movimento fisiologico del piede nella fase di appoggio intermedio, dove il piede grazie al movimento congruo dell’articolazione sotto astragalica si medializza, o meglio si ha un abbassamento della volta longitudinale o volta interna; il calcagno tende a ruotare verso l’esterno (valgizzare); l’eccesso del tempo di pronazione può diventare patologica portando a degli squilibri a livello del piede stesso o anche alle strutture sovrasegmentarie come le ginocchia le anche e la colonna lombare.

Cause e sintomi:

tra le cause della pronazione le divideremo in cause non modificabili come la famigliarità, anomalie muscolari congenite, alterazioni delle ossa  e cause modificabili come l’uso di scarpe inadatte, vita sedentaria, obesità, traumi.

I sintomi più comuni possono essere senso di pesantezza agli arti inferiori per la ridotta attività muscolare dei muscoli dell’arto inferiore, algie sotto la pianta del piede (tallodinie, fasciti, metatarsalgie), a livello delle ginocchia soprattutto a livello della faccia interna del ginocchio per il continuo stress in valgismo; se non trattata può scatenare patologie come l’alluce valgo, patologie a carico del tendine d’Achille per lo scorretto allineamento fra il tendine stesso e la parte inserzionale sul tubercolo posteriore del calcagno,lombalgie, pubalgie.

Trattamento

Dopo una valutazione biomeccanica accurata della camminata e dell’articolazione dell’arto inferiore il trattamento è per lo più conservativo mediante l’utilizzo di ortesi plantari e fisioterapia che ha funzione di  ridurre sia  la sintomatologia dolorosa che far effettuare al paziente esercizi mirati come ad esempio camminare a piedi nudi su superfici instabili, esercizi di propriocezione, rinforzo muscolare dei muscoli della gamba e del piede.

Nei casi più gravi dove il trattamento conservativo è stato fallimentare e la sintomatologia dolorosa permane si procede con un trattamento chirurgico.

Ortesi plantari

Il plantare sarà composto da

A. Cunei al retro piede che guidano il passo , impedendo eccessi pronazione

B. Volta elastica che accompagni lo svolgimento del passo , sostenendo ed impedendo collassamento volta

B. Inserti shock absorber al tallone

I benefici:

  • ridurre le sollecitazioni alla colonna vertebrale;
  • ridurre lo stress alle anche;
  • ridurre il carico sulle ginocchia;
  • ridurre il dolore muscolare;
  • preservare le articolazioni;
  • evitare fasciti plantari o talloniti derivanti dall’appoggio scorretto;
  • migliorare le prestazioni sportive e la postura del corpo in generare;
  • migliorare l’equilibrio;
  • ridurre gli infortuni

Fascite, come curarla

Una delle patologie del piede più frequenti, soprattutto tra gli sportivi ma anche tra le persone che non praticano attività fisica, è la fascite plantare. Questa problematica colpisce, in genere, gli adulti dai 30 ai 60 anni, in particolar modo gli sportivi, le persone  sovrappeso od Obese.

L’intenso dolore al piede contraddistingue questa patologia, che interessa in particolar modo la fascia plantare del piede. Questa zona viene continuamente stressata e sollecitata a ogni passo. È importante comprendere cos’è la fascite plantare e quali sono le sue manifestazioni: nei casi più gravi, infatti, può costringere al riposo forzato.

Scopriamo i sintomi e i rimedi per la fascite plantare in questo approfondimento dedicato.

Cos’è la fascite plantare

La fascite plantare è un disordine infiammatorio e degenerativo che colpisce la fascia plantare o aponeurosi plantare; trattasi di un tessuto fibroso che interessa la zona che va dal calcagno sino alla base delle dita del piede, contribuisce a mantenere l’arco longitudinale del piede e permette una distribuzione del carico omogeneo sotto la pianta.

Fascite plantare: sintomi e cause

La fascite plantare si caratterizza per un intenso dolore alla fascia plantare, l’area anatomica maggiormente interessata è a livello dell’inserzione della fascia sul tubercolo mediale plantare del calcagno, ma può svilupparsi anche lungo il decorso della fascia stessa (mesopiede e avampiede)

Clinicamente il dolore si presenta al mattino al risveglio dopo i primi passi oppure dopo un po’ di tempo che si è seduti, per poi alleviarsi dopo qualche passo.

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Quali sono le cause della fascite plantare?

  • Piede pronato o supinato
  • Uso di calzature non idonee (piatte)
  • Rigidità del complesso Achilleo plantare
  • Sovrappeso e obesità
  • Sovraccarico funzionale
  • Lo stare in piedi per molte ore al giorno
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Come curare la fascite plantare

Per garantire successo alla cura della fascite plantare, occorre non trascurare i sintomi e prendere provvedimenti ai primi dolori.

 Si stima che il trattamento conservativo risulti efficace nel 90-95% dei casi. Questo trattamento permette di ridurre il dolore, rinforzare la muscolatura e recuperare la mobilità. È bene mantenere la fascia plantare infiammata a riposo, applicando impacchi di ghiaccio e assumendo antinfiammatori (nel caso di dolore intenso e previa prescrizione medica). In caso di dolore molto acuto, è possibile sottoporsi a sedute di fisioterapia o a un trattamento a onde d’urto focalizzate.

Un rimedio particolarmente utile per la cura della fascite plantare sono le ortesi plantari che hanno la funzione di riequilibrare il carico sulla pianta e andare a correggere eventuali alterazioni biomeccaniche che hanno causato la patologia.

Le ortesi plantari, intervengono in tutte e tre le fasi del passo:  nella fase di contatto stabilizzano il calcagno quando tocca a terra, successivamente nella fase di appoggio sostengono e accompagnano la pronazione del piede riducendo così stress eccessivi alla fascia plantare e nella fase finale del ciclo del passo che è la propulsione riequilibrano i picchi pressori a livello delle teste metatarsali.

Come eliminare la cellulite dalle gambe in modo naturale

Un po’ tutti, quando si guardano allo specchio, trovano piccoli e grandi difetti che vorrebbero eliminare definitivamente, o almeno ridurre e migliorare. Una delle problematiche maggiormente diffuse e seccanti per la donna moderna è lei: la cellulite. Moltissime donne soffrono di questo problema, che non ha una natura puramente ed esclusivamente estetica. 

Investe, infatti, anche la sfera legata alla salute del corpo, poiché rappresenta una vera e propria patologia che interessa il microcircolo. Tante donne si chiedono come eliminare la cellulite delle gambe in modo naturale, prediligendo un approccio non invasivo e quanto più delicato è possibile.

Scopriamo 10 validi consigli per eliminare la cellulite gambe in modo del tutto naturale, sano e salutare.

Come capire se è cellulite o ritenzione idrica? 

Prima di scoprire come eliminare la cellulite dalle gambe in modo naturale, vediamo innanzitutto come capire se si soffre di cellulite o ritenzione idrica. In realtà, l’una è causa dell’altra in quanto la ritenzione idrica rappresenta una delle principali responsabili dell’insorgenza della pelle a buccia d’arancia.

In generale, è preferibile sempre sottoporsi a una valutazione diagnostica svolta da un medico competente. Ma, tendenzialmente, quando si applica una pressione leggera lungo la zona e viene a formarsi un alone bianco, probabilmente siamo in presenza di ritenzione idrica.

Per comprendere se si tratta di cellulite, invece, è possibile prendere una porzione di pelle tra le dita: se si formano i classici buchi, allora saremo in presenza di cellulite

Cosa fare per eliminare la cellulite: 10 validi consigli

La cellulite è una patologia del microcircolo che interessa i vasi sanguigni sottili, situati sottopelle e responsabili del collegamento tra le vene le arterie. Questa patologia deve essere contrastata non solo per motivazioni estetiche, ma anche per motivi di salute, affinché si possa migliorare la postura e la deambulazione, ridurre i gonfiori e i dolori a cosce, glutei e schiena. 

Seguendo 10 validi consigli sarà possibile ridurre, nel lungo periodo e con pazienza, la presenza della cellulite: 

  • utilizzare una crema rinforzante per donare maggiore energia al derma, evitando il suo indebolimento e quindi la probabilità che si formino depositi di grasso;
  • mangiare in modo sano ed equilibrato. Una dieta ricca di grassi e tossine è una delle principali responsabili dell’aumento della cellulite;
  • indossare abiti della giusta taglia evitando capi troppo stretti. La compressione va a rallentare la circolazione sanguigna;
  • bere a sufficienza per garantire la giusta idratazione al corpo, migliorando l’elasticità della pelle;
  • indossare specifici plantari per cellulite, in grado di migliorare la postura e la circolazione del sangue dagli arti inferiori e lungo tutta la coscia; 
  • praticare spesso attività fisica, in modo da aumentare il flusso sanguigno e bruciare i grassi in eccesso;
  • massaggiare l’area per contribuire al drenaggio linfatico;
  • ridurre lo stress, fonte principale dell’aumento del cortisolo, direttamente connesso alla comparsa della cellulite;
  • utilizzare uno scrub esfoliante sulle gambe e sulle cosce, per rimuovere le cellule morte e favorire il flusso sanguigno;
  • evitare i cibi troppo salati, dolci e grassi. Questi alimenti sono i principali responsabili della formazione di depositi di grasso che contribuiscono al rigonfiamento dei tessuti.

Plantari, benefici e come sceglierli

Per migliorare la mobilità, rendendo più confortevole la camminata e meno fastidioso l’indosso delle scarpe (anche per molte ore al giorno), il rimedio numero uno è il plantare ortopedico. Questo presidio, però, viene suggerito anche per altri e importanti aspetti: quali sono i benefici dei plantari e come scegliere il modello giusto? 

Scopriamo qualche informazione in più per effettuare una scelta corretta e consapevole.

Perché scegliere un plantare ortopedico? 

I plantari permettono di distribuire al meglio il peso corporeo, riducendo il fastidio ai piedi e rendendo la camminata più confortevole. I plantari per piedi possono essere indossati tutto il giorno, anche durante lo sport. Il plantare ortopedico, infatti, permette di distribuire adeguatamente il carico che il corpo imprime sul piede, soprattutto quando ci muoviamo.  

Ogni plantare ortopedico viene realizzato in base alle specifiche esigenze della persona: ecco che, quindi, scegliere un modello ortopedico rappresenta la migliore alternativa soprattutto perché sarà in grado di agire in modo specifico. I plantari ortopedici vengono realizzati con il preciso intento di ridurre le manifestazioni dolorose e l’infiammazione associata a problematiche del piede, della schiena o dell’equilibrio. 

Quali sono i benefici dei plantari ortopedici?

I benefici dei plantari sono numerosi. Oltre a fornire sollievo al piede, alle gambe e alle caviglie durante la camminata e lo sport, i plantari permettono di:

  • mantenere una postura sempre corretta e un adeguato allineamento dei piedi;
  • prevenire le problematiche del piede, riducendo la possibilità che i disturbi peggiorino;
  • garantire massima comodità al piede;
  • assorbire la pressione del piede nel momento in cui entra in contatto con il suolo;
  • ridurre il dolore;
  • evitare il fenomeno dell’usura delle scarpe, garantendogli una maggiore durata nel tempo. 

Plantari: benefici in sovrappeso? Questa condizione, come l’obesità, può peggiorare la manifestazione dolorosa. Quindi è essenziale utilizzare un plantare ortopedico per ridurre i dolori legati a una scorretta postura, aggravata in condizione di sovrappeso.

Quali patologie può contrastare? 

Il plantare ortopedico rappresenta il più comodo ed efficace supporto per contrastare e prevenire patologie quali: 

  • tendiniti;
  • talloniti; 
  • dita a martello;
  • neuroma di Morton;
  • alluce valgo;
  • spina calcaneare; 
  • fascite plantare;
  • metatarsalgia

Come eliminare la cellulite dalle gambe in modo naturale? Anche l’antiestetica buccia d’arancia può essere contrastata grazie all’utilizzo del plantare!

Tipologie di plantari e come sceglierli

Per scegliere il plantare ortopedico più adatto alle proprie esigenze, è bene rivolgersi a un professionista. Esistono diverse tipologie di plantari:

  • standard, molto simili alle solette che vengono indossate all’interno delle calzature da ginnastica. Questi plantari, in base alle caratteristiche del piede e ai disturbi avvertiti, contribuiscono a ridurre i fastidi associati alla metatarsalgia, alla periostite, alla fascite plantare e al piede piatto; 
  • preformati, acquistabili presso negozi di sanitari. Questi plantari accompagnano la pianta del piede dal tallone e sino alle dita; 

personalizzati. Questi dispositivi ortopedici vengono realizzati in base al calcolo di fattori come: peso, altezza, movimento del piede, delle caviglie, dei fianchi e delle gambe, morfologia del peso. Questo supporto rappresenta il migliore degli alleati contro problematiche in stadio avanzato o complesso, anche quando i disturbi compromettono la mobilità della persona. I plantari personalizzati sono, inoltre, molto consigliati nel trattamento del piede cavo

Plantari per piedi, perché usarli?

Quando si torna a casa dopo una stancante giornata trascorsa fuori, si potrebbero avvertire piccoli o grandi fastidi al piede. In questi casi è bene scegliere un supporto in grado di alleviare il dolore, prevenire eventuali disturbi ben più gravi, evitando complicazioni che potrebbero danneggiare il piede, la schiena e la postura.

Nel corso del tempo anche un piccolo dolore al piede, apparso sporadicamente e in determinate giornate, potrebbe trasformarsi in disturbi come tallonite, sperone calcaneare, tendinite o fascite plantare

Se avverti un lieve fastidio al piede, non attendere che la situazione si complichi: scegli un rimedio efficace, semplice da utilizzare ed estremamente comodo. A cosa ci riferiamo? Ai plantari, naturalmente! In questo approfondimento scopriamo perché usare un plantare ortopedico e quali sono i suoi vantaggi.

La scarpa non basta, da sola? 

Scegliere un modello di scarpe di qualità permette di ridurre il disagio avvertito dal piede durante la giornata. La scarpa protegge il piede dagli urti e dalle sollecitazioni, favorendo un buon appoggio, ma non è sufficiente a prevenire le problematiche che colpiscono i piedi. 

Per evitare disturbi di grave intensità, che possono addirittura arrivare a limitare la capacità di movimento, è bene usare un plantare ortopedico. Ciò per almeno 7 ottime ragioni! Scopriamole.

Prevenire è meglio che curare

Indossare i plantari permette di prevenire i futuri problemi al piede, dalla tendinite alla tallonite, passando inoltre per la fascite plantare e l’alluce valgo. Tutti questi disturbi, se non curati adeguatamente, possono comportare dolori molto acuti sino a compromettere la mobilità della persona. 

Massimo comfort tutta la giornata

I plantari per talloni riducono sensibilmente la sensazione di gonfiore, debolezza e il dolore al piede, rendendo la camminata molto più confortevole anche per molte ore al giorno. I plantari ortopedici, grazie alla loro capacità ammortizzante, assicurano una comodità senza paragoni al piede. 

Addio mal di schiena

Se il piede appoggia in modo scorretto sul terreno, ciò si tradurrà in problematiche al piede, al ginocchio e lungo tutta la colonna vertebrale. L’appoggio scorretto è la principale causa di dolori e alterazioni come mal di schiena, sciatalgia e cefalea. Indossare un plantare riduce questi fastidi, in quanto supporta costantemente il piede in fase di appoggio. 

Per una postura migliore

Quando costretto all’interno della calzatura, il piede modifica la sua struttura e ciò si trasforma in una variazione della postura. Grazie ai plantari sarà possibile guidare il piede all’interno della scarpa, favorendo il corretto appoggio e una postura ben equilibrata. 

Utili durante lo sport

I plantari sono particolarmente utili durante l’attività sportiva, soprattutto quando si pratica la corsa, il tennis o il calcio. Gli arti inferiori, esposti a sollecitazioni forti, rischiano di essere sovraccaricati e di essere, quindi, soggetti a infiammazioni o degenerazioni. Il plantare ortopedico riduce il rischio di infortunio.

Risolvono patologie esistenti

Oltre a prevenire le manifestazioni dolorose, il plantare per piede già compromesso risulta estremamente utile nel combattere dolori e patologie esistenti. Il plantare ortopedico viene spesso utilizzato nel trattamento di:

  • tendiniti;
  • talloniti; 
  • dita a martello;
  • neuroma di Morton;
  • alluce valgo;
  • spina calcaneare; 
  • fascite plantare;
  • metatarsalgia.  

Tallonite: cura, sintomi e cause principali

La salute del piede è fondamentale per l’equilibrio e la serenità di tutto l’organismo. Supportando tutte le strutture scheletriche del corpo, il piede ha un ruolo importantissimo e va quindi preservato e curato adeguatamente. 

Esistono, però, infiammazioni che colpiscono i tre diversi distretti del piede: tarso, metatarso e dita. Uno dei disturbi più diffusi in Italia è la tallonite. Un’infiammazione che causa un forte dolore al tallone o al calcagno.

Come curare la tallonite? Come guarire dalla tallonite in modo efficace e rapido? Scopriamo le informazioni più importanti riguardo la tallonite: cura, sintomi e cause

Come capire se si ha la tallonite?

Uno dei principali sintomi della tallonite è il dolore, che si manifesta in modo acuto ed è localizzato lungo il tallone e il calcagno. In genere, i dolori connessi alla tallonite si presentano soprattutto di prima mattina, appena svegli, o quando si poggiano i piedi in terra dopo un lungo periodo seduti/sdraiati.

Questa infiammazione può presentarsi sin dall’età pediatrica e va trattata immediatamente, per scongiurare patologie più gravi e complesse. 

Per diagnosticare la tallonite è possibile:

  • rivolgersi a uno specialista, che effettuerà un’analisi clinica del piede;
  • eseguire esami strumentali quali ecografie, radiografie o risonanze magnetiche.

Tallonite: cura e durata dipendono dalla gravità dell’infiammazione. In genere, se presenti dei microtraumi provocati da un appoggio scorretto del piede, la tallonite può guarire in 15-20 giorni. Nei casi gravi, quando il periostio risulta particolarmente infiammato e la fascia tendinea è in trazione, la cura della tallonite può richiedere anche 2 o 3 mesi. 

Le principali cause della tallonite

La tallonite può presentarsi a causa di determinate patologie pregresse:

  • tallonite infantile, spesso associata a una patologia della crescita. Questo problema insorge a partire dagli 8 anni di età e interessa giovani e adolescenti fino ai 14 anni. In questo caso, la tibia cresce più velocemente rispetto al muscolo tricipite e, quindi, l’inserzione distale del tricipite risulta costantemente in tensione. Quando il bambino cammina molto o pratica attività sportiva, avverte i primi dolori;
  • spina calcaneare. Si verifica quando l’osso talo provoca una tensione alle fasce plantari. Come reazione a questo scompenso, il corpo tende a depositare sali di calcio che vanno ad accumularsi lungo la fibra muscolare. Ciò provoca un intenso dolore quando si poggia il piede in terra;
  • fascite plantare. Questa infiammazione interessa le fasce muscolari che permettono di ammortizzare il peso corporeo durante la deambulazione.

Tallonite: come curarla?

Per curare la tallonite è importante, innanzitutto, diagnosticarla. Il trattamento terapeutico più utilizzato è di tipo ortesico. Attraverso l’utilizzo quotidiano di un plantare dedicato, il piede può stabilizzare il movimento beneficiando della funzione ammortizzante offerta dall’ortesi. L’utilizzo di un plantare strutturalmente studiato per sostenere e proteggere il piede, svolgendo un’azione ammortizzante, permette di stabilizzare il movimento e svolgere un’azione utile ad eliminare le infiammazioni.

Esistono altri rimedi tra cui le onde d’urto, le terapie laser, le radiofrequenze, che però non sempre risultano essere risposte efficaci, in quanto mirano a risolvere unicamente il sintomo doloroso. Diversamente, abbinare un plantare Avanterra alle onde d’urto risulta la migliore soluzione.

Metatarsalgia: rimedi per la sintomatologia e la cura

Dolori ai piedi, fastidio durante la camminata e altri disturbi al piede rappresentano manifestazioni importanti. Risulta indispensabile, pertanto, porre maggiore attenzione ad alcuni segnali che il corpo invia, per scongiurare problemi ben più gravi. 

Il piede, sorreggendo il peso corporeo e tutta la struttura ossea, se in buona salute può sostenere schiena e gambe durante la deambulazione e le attività quotidiane. La sofferenza del piede si ripercuote su tutte le strutture scheletriche: i sintomi possono essere lievi, di media intensità ma anche complessi e addirittura invalidanti.

Proprio per questo occorre intervenire immediatamente per evitare fastidi anche molto importanti. È possibile risolvere le infiammazioni propendendo esclusivamente per trattamenti non invasivi

In caso di metatarsalgia, dolore sotto l’avampiede, la risposta è affermativa. In questo articolo scopriremo se dalla metatarsalgia si guarisce, quali sono i rimedi naturali e i sintomi.

Metatarsalgia, sintomi e cause

Le ossa del piede si dividono in tre blocchi: il tarso (ovvero la caviglia), il metatarso (la pianta del piede) e le dita

Che cos’è la metatarsalgia? Questa infiammazione si verifica quando l’arco longitudinale o trasversale del piede risulta modificato. I sintomi possono essere: dolore, bruciore, ispessimento dell’area, ridotta sensibilità delle dita dei piedi e formicolii

Quali sono le cause della metatarsalgia del piede? La metatarsalgia può essere provocata da patologie e cause di origine biomeccanica quali:

  • diabete;
  • lupus eritematoso;
  • neuroma di Morton;
  • artrite reumatoide;
  • alluce valgo;
  • piede cavo o piede a martello;
  • problemi posturali provocati da lordosi o scoliosi;
  • calzature comprimenti o con tacchi alti;
  • eccessiva attività fisica;
  • lussazione del metatarso e delle falangi;
  • dita a martello.

Metatarsalgia: rimedi naturali e cure

Esistono dei rimedi non invasivi per l’infiammazione del metatarso? La risposta è affermativa: differenti sono le cure utili a ridurre i fastidi relativi alla metatarsalgia. Vediamo quali sono:

  • plantare ortopedico per la metatarsalgia. In commercio esistono specifici plantari per metatarsalgia da sovraccarico, in grado di donare sollievo immediato al piede mediante la riduzione della pressione sotto la pianta. Il plantare per metatarsalgia contribuisce a scaricare le teste metatarsali;
  • ginnastica posturale ed esercizi di yoga, per migliorare l’elasticità del bacino, della caviglia e degli arti inferiori;
  • dieta mirata per ridurre il sovrappeso;
  • camminare a piedi scalzi sul pavimento o su ciottoli arrotondati, massaggiando naturalmente la pianta del piede e ripristinando la corretta postura; 
  • massaggiare la pianta del piede manualmente o tramite appositi strumenti, come le palline da tennis;
  • non utilizzare scarpe dal tacco alto o dalla pianta stretta;
  • applicare impacchi di argilla ventilata;
  • effettuare massaggi con creme a base di olio di calendula o con olio di arnica, riducendo le callosità del piede.

Oltre a questi rimedi, si possono utilizzare antinfiammatori e acido ialuronico per rigenerare i cuscinetti adiposi che consentono la riduzione del sovraccarico. In casi limite, occorrerà riallineare i metatarsi mediante un intervento chirurgico. 

Metatarsalgia, tempi di guarigione e visione olistica

Si stima che i tempi di guarigione della metatarsalgia prevedano almeno 3 settimane di recupero funzionale.  

Esistono vari approcci alla cura della sintomatologia dolorosa, come ad esempio la medicina tradizionale cinese, secondo la quale la metatarsalgia è una manifestazione di un disequilibrio proprio ad altre strutture del corpo. Questa infiammazione, secondo una visione olistica, è sintomo di altri disturbi che colpiscono la schiena o che interessano il metabolismo. In quest’ottica, è fondamentale intervenire sulle cause principali piuttosto che curare esclusivamente la sintomatologia del piede. 

Come scegliere il plantare per la tallonite

Le talloniti, le fasciti plantari e le infiammazioni dell’arco plantare in generale colpiscono una grande fetta della popolazione italiana. Queste problematiche, pur non essendo particolarmente gravi, devono essere trattate adeguatamente e mai prese alla leggera.

Le infiammazioni dell’arco plantare possono provocare dolori anche molto intensi, che vanno a minare ogni aspetto della vita della persona, riducendone la serenità e l’autonomia. Anche per questo diviene fondamentale sapere come scegliere il plantare per la tallonite più adatto alle proprie esigenze. 

Tallonite: sintomi e fasi dell’infiammazione

Il principale sintomo della tallonite è un intenso dolore al tallone. Il dolore può essere localizzato sotto oppure dietro al tallone, a seconda del tipo di infiammazione. Il dolore può essere acuto o graduale, in fase iniziale oppure cronico.

Per poter scegliere le solette per la tallonite più indicate, è bene comprendere innanzitutto quale fase del disturbo sta vivendo il paziente. La tallonite, infatti, può essere:

  • in fase acuta, ovvero il frangente durante il quale il dolore raggiunge il suo apice;
  • trattata seguendo un programma di fisioterapia alternato al riposo. Anche in questa fase è importante utilizzare il giusto plantare per tallonite;
  • in fase riabilitativa. A seguito di un ciclo di fisioterapia, il piede ha bisogno di un supporto specifico per recuperare completamente le sue funzionalità. 

Tallonite: rimedi contro il dolore al tallone

È bene sapere che tutte le infiammazioni dell’arco plantare devono essere trattate in modo adeguato, essendo il piede una zona fondamentale del corpo. In caso di dolore al tallone, è innanzitutto importante stare il più possibile a riposo. Occorrerà evitare lunghe camminate o sforzi eccessivi, che potrebbero sottoporre a stress i tendini. 

Gli impacchi di ghiaccio possono alleviare il dolore al tallone. Nonostante il riposo sia indispensabile per l’adeguato trattamento della tallonite, esso non rappresenta una vera e propria cura. Bisognerà scegliere calzature specifiche, in grado di supportare i tendini nel processo di recupero dell’elasticità. Le solette per tallonite permettono, inoltre, di ridurre l’infiammazione. 

Le tipologie di solette per tallonite

Come scegliere le solette per tallonite? Esistono diverse ortesi plantari, da utilizzare in caso di tallonite, fascite plantare oppure spina calcaneare. Le solette e i plantari riducono il carico sul tallone, alleviando il dolore e contribuendo a ridurre l’infiammazione. 

Le ortesi plantari, pur essendo un rimedio efficace, non possono eliminare la causa del problema e quindi vanno considerate solo come un rimedio sintomatico.

Per alleviare i dolori della tallonite, è possibile indossare:

  • plantari in silicone. Il plantare per tallonite in silicone permette di ammortizzare il carico sul tallone, riducendo le sollecitazioni e lo stress. Questo rimedio, molto semplice da utilizzare e conveniente nel prezzo, è indicato sia per prevenire il dolore che in fase acuta o durante il recupero della funzionalità;
  • plantari in gel. Anche il plantare in gel nasce con lo scopo di ammortizzare i colpi e lo stress avvertiti dal tallone. La sua composizione in gel lo rende perfettamente adattabile a qualsiasi tipo di calzatura. Queste solette possono essere proposte anche in forma di cuscinetto, leggere e versatili;
  • plantari ortopedici. Questo rimedio contribuisce al recupero della funzionalità del piede, supportandolo e correggendo la postura durante l’appoggio. Mentre la parte posteriore è più morbida ed elastica, realizzata per ammortizzare al meglio i colpi, la parte anteriore è più rigida poiché mantiene meglio la curvatura del piede.

Come curare la tallonite: la fisioterapia

Oltre a indossare specifiche solette per tallonite, in caso di dolore intenso è consigliabile svolgere un ciclo di sedute di fisioterapia. Grazie alla fisioterapia è possibile aiutare i tendini e la muscolatura a riprendere perfettamente tono, riattivando la circolazione mediante il processo di manipolazione. 

Abbinando il riposo alla fisioterapia, e utilizzando sempre il plantare per tallonite, è possibile risolvere definitivamente il problema ed eliminare del tutto il dolore al tallone. Si consiglia di chiedere informazioni al proprio medico per sapere come curare la tallonite in modo sicuro ed efficace.

Cause e rimedi per il Neuroma di Morton

Il Neuroma di Morton al piede rappresenta un disturbo abbastanza diffuso, che colpisce statisticamente più le donne rispetto agli uomini. Il paziente che sente per la prima volta parlare di Neuroma di Morton, spesso, non conosce approfonditamente questo disturbo e tende a preoccuparsi.

Non si tratta di una problematica grave o rara: colpisce, infatti, numerose persone e può essere curata mediante una semplice terapia conservativa. In questo articolo risponderemo alle domande più frequenti riguardo questo disturbo: cos’è il Neuroma di Morton, quali sono i sintomi, le cause scatenanti e i rimedi naturali da preferire per una corretta guarigione.

Cos’è il Neuroma di Morton

Il Neuroma di Morton interessa il 3 e il 4 dito del piede, comportando una sofferenza lieve o acuta del nervo digitale comune. Tale disturbo viene spesso provocato da piccoli traumi di natura cronica, situati nel punto di passaggio tra la 3 e la 4 testa metatarsale. 

Trattasi di una metatarsalgia, ovvero di un intenso dolore di natura infiammatoria localizzato nella parte inferiore del piede, lungo le ossa metatarsali.

Le principali cause 

Questa patologia a carattere infiammatorio deriva da microtraumi complessivi cronici. Con il trascorrere del tempo, i microtraumi generano tessuto fibroso all’interno del nervo. Quest’ultimo, quindi, aumenta di dimensioni e si ispessisce, venendo compresso tra le teste dei metatarsi. 

Spesso si tende a supporre che questa malattia venga provocata da calzature errate: una credenza sbagliata, in quanto le scarpe possono solo aggravare i sintomi, ma non esserne la causa principale. Le scarpe alte o troppo strette non devono essere utilizzate da chi soffre di Neuroma di Morton, ma non sono esse la causa primaria di questo problema. 

I microtraumi che causano l’ispessimento del nervo si associano a problemi specifici di appoggio dell’avampiede, connessi a condizioni come piede piatto, alluce valgo o piede cavo.

Neuroma di Morton: sintomi

Come fare a capire se si soffre di Neuroma di Morton? Innanzitutto, questa metatarsalgia si caratterizza per la tipologia di dolore, trafittivo e molto simile a una scossa elettrica. Il dolore si manifesta quando il piede viene appoggiato in terra e può diminuire quando il paziente si toglie le scarpe.

Il dolore non è costante, ma può scomparire anche per giorni e ricomparire nonostante il piede sia a riposo, o durante la notte, quando il paziente sta dormendo. Spesso uno dei sintomi di tale patologia è un forte formicolio al piede.

I rimedi per il Neuroma di Morton

Prima di ricorrere alla chirurgia, è possibile trattare questa metatarsalgia mediante una terapia conservativa. In particolare, per la cura naturale del Neuroma di Morton si consiglia l’utilizzo di specifiche calzature con ortesi

Il plantare per Neuroma di Morton può supportare egregiamente il piede, permettendo un appoggio adeguato e alleviando il problema della compressione sul nervo infiammato. I plantari e le solette per Neuroma di Morton rappresentano un importante alleato per chi soffre di questa patologia. Tuttavia, spesso non permettono di risolvere definitivamente il problema poiché il dolore tende a ripresentarsi. 

Oltre a indossare plantari e solette per il Neuroma di Morton, è bene procedere con un trattamento a base di infiltrazioni cortisoniche e soluzioni anestetiche, iniettate direttamente nella zona del piede interessata.

Come sfiammare il Neuroma di Morton

Per ridurre il dolore e l’infiammazione, si consiglia di mantenere il piede a riposo e di applicare frequentemente impacchi di ghiaccio. Statisticamente, circa il 50% dei pazienti colpiti da tale patologia riesce a sfiammare il dolore utilizzando calzature adeguate. 

Quando occorre intervenire chirurgicamente?

Quando le dimensioni del Neuroma superano i 5 mm, bisogna procedere con la terapia chirurgica. In questi casi, si preferirà la tecnica mininvasiva, andando a incidere la cute situata sul dorso del piede per circa 2 cm. Il chirurgo può raggiungere la zona intermetatarsale e così asportare il Neuroma. 

Il paziente può recuperare completamente l’utilizzo del piede, senza alcun problema legato alla funzionalità delle dita e quindi alla deambulazione. Una possibile conseguenza dell’intervento chirurgico è una lieve insensibilità sulla faccia interna delle dita.

Il percorso di riabilitazione in genere è veloce e prevede l’utilizzo di plantari e calzature specifiche, che vanno indossate per alcune settimane. Non si rendono necessarie le sedute di fisioterapia o l’uso delle stampelle.